venerdì 11 giugno 2010

In tempi di sacrifici e congiuntura...

...pressanti e pesanti per le tasche (ormai quasi vuote) dei cittadini italiani,in tempi di imposizioni a volte assurde e deleterie per la cultura,le tradizioni e la natura italica,ci mancavano gli investimenti di natura etnica,aggiunti al corso per manager e imprenditori agli stranieri che vogliono approfittarne...Non intendo soffermarmi sull'ovvio,cioè scuole e mense gratuite per i minori,case ex popolari destinate agli 'indigeni' e sottratte per umanità e obblighi C.E.E., offese e rimbrotti vari perchè cerchiamo di mandarli nel resto d'Europa quindi siamo razzisti (noi) visto che loro non li vogliono...Ma mi domando se sia una cosa da fare in questo momento...e sia giusto farla,visto che,quando mi sono trovato a girare per diletto in altri Paesi Europei,per avere informazioni dovevo parlare la loro lingua (e in Inghilterra se non lo fai con una pronuncia perfetta,sei snobbato come avessi un Q.I. sotto zero). Se vigili e agenti di sicurezza sociale devono imparare il romeno,non credo manchi molto che i finanzieri dovranno imparare il cinese e lo spagnolo,e chi cerca colf il filippino...Non sarebbe più logico che fosse chi entra in un paese per stabilirvisi, che sappia la lingua dello stesso?Così come dovrebbe conoscerne almeno le regole basilari di vita e le leggi?E' già successo che in alcune scuole elementari i (pochi) genitori italiani abbiano ritirato i propri figli perchè,come nella Carlo Pisacane di Roma,su 200 alunni solo 3 (tre!) italiani,quindi discriminati nel confronto,ma non è che lo stato sia intervenuto per soccorrere gli stessi,che si sono trovati a dover spostare i figli in scuole private (con aggravio di spese) o scuole più lontane (con le conseguenze temporali che impone il traffico di Roma);non basta vedere bus,metro e tramvai pieni solo di extracomunitari quasi sempre privi di biglietto quindi serviti (gratuitamente) da mezzi pubblici pagati dalla 'vecchia' comunità italica,non basta vedere masse di buste di plastica poggiate vicino i cassonetti perchè,forse,non abituati ad usarne nel loro paese o,forse,per mèro menefreghismo,non basta il formarsi di bande controllanti quartieri interi da dove i nativi devono fuggire e svendere le case perchè svalutate,non basta l'apertura indiscriminata di negozi che nulla hanno a che fare con la nostra cultura (a proposito,ma solo per gli italiani è così difficile avere una licenza commerciale quando per gli sranieri grandinano in allegria?)...In tempi di sacrifici e congiuntura,oltre il denaro e la tranquillità,sembra destinato a dissolversi anche l'idioma italico,ma non si può dire senza essere tacciati di razzismo...

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